“Proponiamo uno stile di vita più semplice e naturale senza voler per forza essere ‘contro’. Anzi, collaboriamo con altre realtà, anche se non praticano la bioagricoltura come noi. Questo perché crediamo che il cambiamento avvenga più facilmente con il contatto, con la contaminazione, piuttosto che con l’isolarsi in sé stessi.”
Sono parole di Lucio Filippini, 55enne, che vive fra Cattolica e il Villaggio Arcadia sulle colline di Saludecio, del quale è stato uno dei fondatori. Filippini era un osservatore e tecnico elettorale per conto delle Nazioni Unite dell’Unione Europea.
“Ho passato quasi tutta la mia vita all’estero fra Africa, America Latina e Asia,” racconta. “Un lavoro che mi ha messo in contatto con tanti piccoli villaggi e tante persone che vivevano una vita ‘diversa’, ma che era anche fatto di poche cose concrete. Io volevo creare qualcosa di reale. Qualcosa che fosse utile a chi sente la necessità di vivere più a contatto con la natura, nel rispetto dell’ambiente e delle persone, concentrandosi sul rispetto reciproco e sull’aiuto.
Ho iniziato a pensarci, ho studiato bioedilizia, bioagricoltura, permacultura e tanto altro e, finalmente, dieci anni fa, con un gruppo di persone interessate a questo progetto abbiamo acquistato quello che oggi è il Villaggio Arcadia: sette ettari di uliveto, una casa colonica e altri spazi. Compresa una frana molto importante che minacciava il caseggiato.”
Immagino che il lavoro in questi dieci anni non sia mancato. “C’è stato tanto da fare,” dice. “Per prima cosa abbiamo sanato la frana e sistemato l’uliveto che era abbandonato da tantissimo tempo. Poi ci siamo concentrati sulla casa colonica. Oggi è un posto che ci auguriamo interessi chi vuole lavorare sulla sua crescita personale attraverso il contatto con la natura.”
Cos’è oggi, il Villaggio Arcadia? “È un luogo dove tutto è progettato sulla base dei principi della permacultura. Lavoriamo in quattro ambiti diversi. Il primo è l’agricoltura: produciamo secondo i criteri della coltura rigenerativa e ci preoccupiamo della salute del suolo. Poi, creiamo eventi ispirati alla natura: concerti, musica, aperitivi al tramonto, anche con degustazione dei nostri prodotti.
Ad esempio, cuociamo la pizza nel nostro forno a terra cruda utilizzando i nostri prodotti. Inoltre, teniamo corsi di formazione: permacultura, agricoltura biologica, bioedilizia, gestione dell’acqua… Tutti aspetti legati alla sostenibilità dell’ambiente. Il quarto ambito, finora mai sfruttato, è l’ospitalità: il casolare ora può essere adibito a bed&breakfast e speriamo presto di avere i nostri primi ospiti. Stiamo lanciando una campagna di crowdfunding per acquistare l’arredamento.”
Sarà un’ospitalità legata alle vostre attività? “Il nostro non sarà un classico bed&breakfast. I turisti che vengono già da noi sono interessati a conoscere una realtà come Villaggio Arcadia e, dunque, praticano quello che viene definito ‘turismo esperienziale’, cioè partecipano o osservano le nostre attività.
C’è anche chi viene a fare volontariato e arriva dopo essersi iscritto a piattaforme come Wwoof e Workaway: lavora con noi, fa esperienza, impara cose nuove e ottiene vitto e alloggio gratuiti. Devo dire che chi ci fa visita come turista o volontario rimane colpito positivamente dalla nostra realtà e questo a volte lo porta a ripensare il proprio stile di vita.”