La passione per la medicina è iniziata per Vincenzo Domenichelli a Milano. Ma il suo padre spirituale, bolognese, don Contiero, lo ha coinvolto nei viaggi in Africa e nella scelta di lasciare l’Università e il San Raffaele per trasferirsi nell’ateneo bolognese.
“Mi sono specializzato in Chirurgia Pediatrica proprio a Bologna,” racconta. “E ho sempre avuto una buona manualità. Faccio il medico da più di trent’anni, sono partito dal Sant’Orsola alla volta di Rimini per aprire, con la dottoressa Silvana Federici, il reparto di Chirurgia Pediatrica all’Infermi.
Siamo stati noi i fondatori, ricordo era il 2 settembre del 2002. Oggi abbiamo un team di 11 medici e da 2 posti letto siamo passati a 12 e un reparto tutto nostro. E siamo solo noi, in tutta l’Ausl Romagna, ad avere un’Unità Operativa di Chirurgia Pediatrica. Stiamo portando avanti progetti importanti, come quello della ipnositerapia clinica. All’avanguardia a livello nazionale, che viene applicata non solo in ambito pediatrico ma in molti altri settori.”
Nello specifico, significa quindi che l’unità operativa può svolgere alcune procedure in ipnosi per far sì che i pazienti siano tutti più rilassati. “Teniamo monitorato anche il dolore. Si usa per svolgere tac, risonanze, gastroscopie. Ma non solo. In particolare per i bambini, che sono i soggetti più ansiosi, ma anche per pazienti adulti.”
Tra i vari progetti che Domenichelli ha realizzato per la Chirurgia Pediatrica ce n’è uno particolare, quello degli acquari. “Per i bambini gli acquari sono uno svago, una dimensione alternativa che non fa pensare all’ospedale. Di recente, insieme al gruppo dei parchi divertimento Costa Edutainment e agli esperti di Acquario Club di Cesenatico, abbiamo ripopolato anche un acquario di acqua dolce, dove avevamo perso l’unico pesciolino presente.
Sono arrivati aiuti da tutta Italia, per ripopolare la vasca e allietare le giornate dei bimbi.” Molti pazienti del reparto sono storici, accompagnati all’età matura e seguiti ancora oggi. “L’operazione più complicata che ho fatto?” pondera. “C’è una cosa che dico sempre: l’intervento più difficile è sempre il prossimo.”
Poi l’esperienza all’estero che ha arricchito ulteriormente il suo percorso. “A fine anni Ottanta sono partito con don Contiero per l’Africa, facevamo viaggi conoscitivi. Oggi faccio almeno tre viaggi ogni anno e vado in missione in Vietnam, Bangladesh, Rwanda, Senegal.
Coopero con medici di tutto il mondo e con associazioni internazionali e riusciamo a curare dai 40 agli 80 bimbi per ogni viaggio. Trattiamo malformazioni, soprattutto urologiche, ma ci sono anche altre patologie, alcune delle quali da noi non si presentano più.”
Una dimensione di umanità e di professionalità che lasciano un’impronta indelebile. “Il volontariato fa stare bene,” dice Vincenzo Domenichelli. “Fare prevenzione in questi Paesi è difficilissimo e soprattutto servono risorse per le attrezzature. In Bangladesh, ad esempio, dovremmo raccogliere 20.000 euro per portare una colonna laparoscopica per eseguire con grande precisione e sicurezza procedure chirurgiche complesse.”